Trattoria Alloggio Ancora delle sorelle Galetti

 

Per portarsi da Via Marconi al quartiere Redone, il tratto più breve è Via Cesare Melchiori, un tempo della gente detta “del Casotto”, percorrendo la quale si arriva all’Osteria conosciuta come “L’Ancora delle sorelle Galetti”.

Con tale nome storico l’ambiente è stato condotto da Lidia Lana dal 1975 al 2009, e prima di lei dalla madre Maria Galetti maritata con Lana Francesco. Ora la gestione è , in parte cambiata e affidata a Nino.
Ma vediamo succintamente alcune vicende famigliari legate all’attività delle Galetti.
Galletti Sante fu Luigi, sposa Maria Margherita Cappello fu Telesforo, la quale gli dà ben 6 figli: Umberto, Luigi, Amedeo, Maria, Elvira ed Angela.
Egli morì il 13 gennaio 1876 e la moglie passa in seconde nozze con Melchiori Melchiorre che prima della sua morte, avvenuta il 28 novembre 1891, la lascia, con testamento erede universale della sua non poca sostanza.

In seguito i vari passaggi di acquisti e donazioni tutti i beni, “casa con corte e orto in contrada Casotto e le pezze di terra denominate Pianot del Cantò e Paul di och” finiscono nelle mani di Luigi ed Amedeo, ambedue osti e detti anche “tessitori” per via della bottega di merceria che, con la moglie Fedrigo Luigia, Amedeo gestisce. E’ proprio costui il vero capostipite dei galletti quali osti, ma non vi faccia meraviglia il fatto che egli eserciti anche l’attività di barbiere.

 

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La sua è un osteria con cucina e alloggio; e chi la frequenta? 

 

La stanza risuona dalle voci dei giocatori di briscola e morra. Sono sopratutto contadini del luogo e carrettieri che, tornati dalle fatiche del viaggio, legato il loro cavallo all’anello infisso al muro o all’inferriata della finestra , si concedono un ora di quiete e e un bicchiere di vino  per calmare l’arsura della gola. E cosi, uomo e animale anticipano il riposo che li attende al finire di una giornata piena di fatica.

Ma “l’Ancora “, divenuta in seguito “delle sorelle Galetti”, gode ben presto fama particolare anche fuori paese per la sua cucina che offre tagliatelle, dette “le paparele”, con la lepre in inverno, con i fagiani nella stagione calda.

Fino a mezzo secolo addietro il pranzo peri matrimoni, com’è noto, si fa in casa; mamma maria Galetti, coniugata con Lana Francesco, viene chiamata nell’abitazione dei novelli sposi e mette in opera tutta la sua arte per preparare quello che nella memoria dei famigliari ed amici rimarrà come”il pranzo di nozze”.
Uno degli ultimi che va ricordato a tal proposito è quello di Gino Bardini. Il pranzo si chiude con l’assaggio della classica”torta Margherita”. Ugualmente, tu lettore, chiudi il ricordo “dell’Ancora delle Galetti” con due note particolari:

Papà Francesco non mette naso nella cucina delle sorelle; egli fa l’ambulante di generi alimentari e chincaglierie percorrendo strade e sentieri con la bicicletta dapprima, con cavallo e carretto in seguito.

Nonno Amedeo, con la Banda comunale di cui fa part, deve suonare una notte intera nella piazza, per festeggiare la “radiazione” dell’ex onorevole Tito Zaniboni dalla cittadinanza di Monzambano e la conseguente condanna a 30 anni di reclusione per l’attentato alla vita del Duce!